Tra i sentieri più affascinanti, misteriosi e spirituali dell’universo massonico, ce n’è uno che sembra uscito da un romanzo medievale, dove si intrecciano crociati, rosacrociani, alchimia e Cristianesimo esoterico: è il Rito Scozzese Rettificato.
Non è un rito per tutti. Non è il più diffuso, né il più conosciuto. Ma è forse il più iniziatico e profondo, destinato a chi cerca, attraverso il simbolismo massonico, una vera trasformazione interiore. Un rito che parla di rettifica non solo come riforma rituale, ma come correzione dell’anima.
Le Origini: Un’Alchimia Spirituale tra Scozia, Francia e Cristianesimo
Il Rito Scozzese Rettificato nasce nel XVIII secolo grazie all’opera di Jean-Baptiste Willermoz, massone francese, esoterista e mistico.
Willermoz voleva “rettificare” la Massoneria del suo tempo, purificandola da eccessi cabalistici e razionalisti, per riportarla alla sua vera vocazione spirituale: quella di una via iniziatica cristiana.
Il rito unisce elementi del Rito Scozzese, delle tradizioni templari e dell’Ordine dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa (CBCS), con influenze forti del rosacrocianesimo cristiano.
Struttura del Rito: Un Viaggio in Quattro Fasi
Il Rito è diviso in due sezioni principali:
1. Massoneria Simbolica (o Loggia Azzurra)
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Apprendista
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Compagno
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Maestro
Questi gradi seguono le forme rituali del Rito Scozzese ma in versione “rettificata”, cioè semplificata, con enfasi sulla purezza dei simboli e sul senso morale del percorso.
2. Massoneria Rettificata Cavalleresca
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Maestro Scozzese di San Andrea
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Cavaliere Beneficente della Città Santa (CBCS)
Questi sono i gradi superiori, profondamente cristiani. Il CBCS è un vero ordine cavalleresco iniziatico, dove il massone viene invitato a vincere l’oscurità interiore, a proteggere il bene, a servire la luce.
Non un Rito per Ambizione, ma per Silenziosa Elevazione
Il Rito Scozzese Rettificato non promette potere, né influenze, né vantaggi esterni. Al contrario, è un cammino solitario e rigoroso.
Non prevede gerarchie pompose, né gradi infiniti. Il suo scopo è solo uno: “rettificare” l’uomo, trasformarlo nel tempio vivente della verità.
Molti massoni lo considerano il rito più mistico, più cristiano e più etico tra quelli esistenti. Ecco perché è praticato solo da piccole cerchie, con ammissioni selezionatissime.
Il Rito in Italia: Nascosto, ma Vivo
In Italia, il Rito Scozzese Rettificato è praticato da logge indipendenti o sotto obbedienze specifiche non sempre riconosciute dal Grande Oriente d’Italia.
La sua discrezione è tale che non sempre se ne conosce l’esistenza al di fuori degli ambienti iniziatici.
Chi ne fa parte raramente ne parla. Ma chi lo conosce, ne descrive il potere spirituale, il rigore simbolico e la nobiltà morale.
Rettifica contro Deviazione
In un’epoca in cui molte logge sono diventate strumenti di potere, affarismo o politica, il Rito Scozzese Rettificato rappresenta l’esatto contrario: un invito a tornare alla radice, a purificare il percorso, a rettificare ciò che è stato corrotto.
Ma proprio per questo, il Rettificato è anche scomodo: non cerca il compromesso, non si piega ai giochi di influenza, e per questo è stato spesso messo ai margini della Massoneria ufficiale.
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