Quando si parla di Totò Riina, il “capo dei capi” di Cosa Nostra, si pensa subito al terrore, al sangue, alle stragi. Ma c’è un aspetto meno noto, spesso sfiorato e mai completamente raccontato: i rapporti tra Riina e ambienti massonici.
Una domanda scomoda, un argomento scivoloso. Ma negli anni ’90, tra dichiarazioni di pentiti, inchieste giudiziarie e segnali provenienti dagli ambienti investigativi, è emersa una verità inquietante: la mafia non agiva più solo con lupara e omertà, ma anche attraverso le logge massoniche deviate, dove si tessono protezioni, si comprano silenzi e si esercita un potere parallelo.
Totò Riina: L’uomo che voleva tutto
Negli anni ’80 e ’90, Salvatore “Totò” Riina era l’indiscusso padrone della Sicilia.
Guidava una Cosa Nostra brutale e militarizzata, responsabile delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, degli omicidi di Falcone, Borsellino, Lima, e tanti altri. Ma Riina non era solo un boss di strada.
Le sue mire andavano oltre: voleva entrare nel potere istituzionale, controllare appalti, politici, magistrati. Per farlo, serviva una rete di protezione invisibile.
Ed è qui che, secondo molte ricostruzioni, entra in scena la Massoneria deviata.
I Pentiti e le Logge: I Racconti che Hanno Inquietato l’Italia
A partire dagli anni ’90, diversi collaboratori di giustizia – da Giovanni Brusca a Gaspare Mutolo, da Francesco Di Carlo a Salvatore Cancemi – hanno parlato di rapporti tra i boss e ambienti massonici.
Cosa raccontavano?
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Che Riina e i suoi uomini cercavano appoggi e contatti tramite logge coperte.
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Che alcuni massoni offrivano protezione giudiziaria, accesso a informazioni riservate, e collegamenti politici.
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Che alcuni degli incontri decisivi per la “trattativa Stato-mafia” sarebbero avvenuti con il supporto di figure massoniche influenti.
Brusca fu chiaro:
“Riina sapeva che oltre alla forza serviva la protezione. E quella protezione arrivava da persone che appartenevano a logge.”
La Massoneria Deviata: Strumento di Potere, Non di Spirito
Quella descritta dai pentiti non era la Massoneria “ufficiale”, quella delle logge riconosciute, dei riti simbolici, della filosofia.
Era una massoneria occulta, parallela, utilizzata da uomini d’affari, politici e criminali per scambiare favori, coperture e segreti.
Logge coperte, dove non esiste fratellanza, ma solo interesse, potere e connivenza. In queste reti, la mafia trovava una nuova maschera, elegante e invisibile.
Il Silenzio delle Istituzioni e il Mistero delle Protezioni
Dopo gli arresti eccellenti degli anni ’90, molti si aspettavano una piena verità sul rapporto tra Riina, lo Stato e le logge. Ma questa verità non è mai emersa del tutto.
Le inchieste su logge deviate, come quelle legate alla P2 o alla Loggia Scontrino, hanno mostrato che il potere massonico occulto esisteva ed esiste ancora. Ma quando si toccava il nodo Mafia–Massoneria, i fascicoli si sgonfiavano, le indagini si arenavano.
E Riina? Morì in carcere nel 2017, portando con sé molti segreti mai raccontati.
Un’alleanza che ha cambiato il volto del crimine
Il legame tra Cosa Nostra e ambienti massonici deviati ha rappresentato, negli anni ’90, un salto di livello per la mafia:
dal controllo militare del territorio al controllo occulto delle istituzioni.
Una mafia che uccide, ma anche che influenza leggi, appalti, carriere. Una mafia che siede nei salotti, con il grembiule al posto della coppola.
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